intervista a KRISTEL KAABER: "Decalogo italiano per i tempi bui"
intervista a KRISTEL KAABER: "Decalogo italiano per i tempi bui"
by Sabina Fattibene
Negli eventi dell'estate romana del 2023 una parte importante ha l'evento letterario, che si svolge sotto il ponte Cestio, lungo le rive del biondo Tevere. Nella sera del 5 Agosto si è svolta, alla presenza di un numeroso pubblico, rimasto in città nonostante fosse Agosto, al Salotto Tevere la presentazione del libro di Kristel Kaaber “Decalogo italiano per i tempi bui” come relatori presenti, la storica d'arte Sabina Fattibene, il dott. Gilles Gallizzi Segretario della sezione romana del movimento politico “Pro Italia”.
Possiamo affermare che la scrittrice è una temeraria,con il suo voler spingere gli italiani a prendere coscienza dei propri vizi e virtù, mettendo in luce, l'orgoglio sopito di essere italiani, l'amore patrio, la buona considerazione dei connazionali e il pensare bene di se stessi . Visto che il pensiero ricorrente degli italiani è che sono disonesti, incivilti, maleducati, mentre in tutto il resto del mondo tutti sono perfetti ed efficienti in tutto.
Tuttavia la Kristel, venuta da una terra lontana, l'Estonia, dichiara” Tenterò l’impossibile” come lei stessa afferma nel suo libro “Il Decalogo Italiano dei tempi bui”. vuole affrontare una battaglia ardua contro l'auto denigrazione, il complesso di inferiorità. Conducendo gli italiani all'autostima attraverso il vissuto di nove italiani illustri ricordati per quello hanno fatto. Sceglie questi personaggi; il giornalista Vittorio Arrigoni,ucciso sulla Striscia di Gaza,dove era stato inviato. Don Lorenzo Milani, che lottò per il diritto all'istruzione e alla cultura per tutti annullando analfabetismo, Marisa Bellisario top manager della Olivetti Corporation, Teresa Mattei, combattente partigiana e politica italiana, a lei si deve l'invenzione della mimosa per l'8 Marzo. Ennio Flaiano, giornalista e drammaturgo italiano, Franca Viola, prima donna italiana siciliana a dire No a un matrimonio riparatore, Luciano Bolis, partigiano e antifascista, che caduto in mani tedesche, si taglio le corde vocali, per non tradire. Luigi Ottaviani, Liutaio specialista in contrabbassi, Italo Calvino che è stato uno dei narratori più importanti del secondo novecento. conclude con Noi la massa degli italiani di oggi da riconciliare con loro stessi.
C'è una figura di italiano che ha fa parte della cultura e della storia del Cinema, protagonista nei film del grande Alberto Sordi -l'italiano medio- rappresentato con ironia, è un italiano ignorante, opportunista, bugiardo, raccomandato, che disprezza le regole. Alberto Sordi come altri registi tra cui Monicelli, Germi, Scola e gli attori Tognazzi e Manfredi, hanno creato la Commedia Italiana, dove veniva considerato l'italiano con i suoi vizi in primo piano. Con i loro film hanno messo gli italiani di fronte ad uno specchio in modo da riconoscersi e non ricadere negli stessi errori, però sono riusciti a far ridere, ma non a far prendere coscienza agli italiani.
Per entrare nel contesto del libro cerchiamo di capire come la scrittrice affronta il tema in questione.
I registi e gli attori attraverso i film ci hanno provato a far cambiare gli italiani ma nulla è successo. Come può pensare di riuscirci lei ?
Io non lo so se ci riuscirò. In realtà non è nemmeno il mio intento quello di cambiare gli italiani. Credo che ogni difetto italico sia il lato ombra di un grande pregio italico. Per esempio l’individualismo è lato ombra dell’essere creativi, gli italiani sono un po’ come un coro di primedonne o un’orchestra di soli primi violini. Il mio intento è evidenziare quei lati, quelle capacità apprezzabili di cui non ci rendiamo più conto di avere, sepolti come sono sotto una feroce autocritica, sfociata ormai nel tafazzismo ovvero un atteggiamento autolesionistico.
Tornando ai film della commedia all’italiana - è un nostro orgoglio di aver avuto una generazione intera di artisti di questo calibro. Ma non bisogna scordare che i comici esasperano la realtà per definizione, ingigantiscono i difetti. Purtroppo abbiamo preso quella narrazione come un dato di fatto, come qualcosa di irrecuperabile. Arrivata in Italia quale città hai scelto per vivere è cosa ha mosso la tua scelta?
Sono arrivata a Roma, nel lontano 1990, e qui sono rimasta. In realtà non sono stata io a scegliere Roma ma lei me, anche se il mio viaggio a Roma era dovuto alla pura casualità, però credo che non sia mai il caso a permettere di trascorrere la propria esistenza in questa città incredibile. In un sondaggio tra chi vuole andare all'estero tra le città migliori dove trasferirsi, Roma era considerata tra le peggiori del mondo Questo fatto ha confermato la mia visione secondo cui è Roma, meravigliosa ed antica città, a scegliere: se non le vai bene, se non le vai bene è in grado di renderti la vita un infern; se ti accetta, ti apre la sua anima, le sue bellezze, la sua dolcezza. E non vorresti mai andartene, quando arrivi: fra te e lei scoppia il "colpo di fulmine".
Nel libro dichiari che gli italiani hanno una grande capacità di ironizzare su se stessi,questo può essere di buon auspicio ?
È una grande capacità purtroppo sin troppo sviluppata. Il passo tra l’ironia e il ridicolo è molto breve e va a nutrire proprio quel senso di inferiorità che ci tiene quasi in ostaggio. Farsi due risate su noi stessi e sulla nostra realtà è salutare, ma entro certi limiti. Oltre, nel peggiore dei casi, diventa un massacro all’autostima, arrivare ad auto bullizarsi.
Dichiara nel libro che "il vero tesoro dell'Italia non sono i musi, l'architettura, la musica, la cucina, ma gli italiani stessi", come può convincerli che sono loro che contano?
Secondo me c’è poco da convincere, è lampante. Come scrivo nel libro - “creatori di tutto ciò che ha fatto grande una penisola martoriata in mezzo al Mediterraneo. I luoghi li fanno le persone. E se l’Italia è il posto dove ci lascia il cuore, dove si sta bene, è perché è intrisa di bellezza e di umanità di chi ci abita.”
Sono gli italiani che hanno fatto l'Italia così com'è. Con i loro difetti ma soprattutto con i loro enormi pregi.
Dico una boutade…per me questa stupenda penisola, se fosse stata abitata dai tedeschi, austriaci, danesi, finlandesi, non sarebbe il posto che è, dove trovi calore, bellezza, fascino.
Che ne pensa della riflessione di Goethe che ammirato dall'Italia disse “Napoli è un paradiso abitato dal diavolo”, la condivide?
Io non la condivido affatto, i luoghi esprimono l’energia di chi li abita. I diavoli non creano paradisi, non ne sono in grado. Napoli è una città stupenda, è il risultato di una molteplicità di vite, è la creazione di generazioni e generazioni di napoletani. Ne hanno subite tante nella storia e stanno ancora lì con il loro indomabile spirito, allegria, umanità, inventiva ed intraprendenza.
Si parla degli italiani individualisti che badano solo al loro orticello, poi succede qualcosa è sprizzano altruismo, un esempio è la foto del tour di Francia del 1952 dove Bartali è Coppi rivali si passano la borraccia. Questo è spirito di squadra ?
Nel libro dico “Siamo individualisti che sanno fare squadra quando la situazione lo esige”. Non è soltanto quella foto isolata, anche se ne esprime tutta l’essenza Lo vediamo anche oggi, quando ci troviamo davanti alle calamità, si fa squadra.Lo diceva anche Enzo Biagi descrivendoci :”Pronti ad aiutare quando va a fuoco il pagliaio eprontia litigare fino all’ultima mela.”, bisogna alimentare quella parte migliore degli italiani.
Nove nomi da ricordare nei momenti bui, perchè ha scelto fra tanti grandi proprio loro ?
Ma la scelta era ardua, si potrebbero scrivere interi volumi di persone di valore, ne abbiamo decine di centinaia, gli italiani non sono un popolo di disgraziati. E non sono nemmeno tutti nel passato, ci sono anche oggi brave persone che sono delle eccellenze, che fanno il proprio lavoro con grande passione, è lottano nel sociale anche quando l’impresa sembra impossibile. Purtroppo non sempre ne veniamo a conoscenza, salvo se ne da notizia la Stampa.
Dopo i grandi nomi riportati da lei il libro termina con un decimo elemento Noi che sta per noi italiani che siamo leggerezza, serietà, ironia, coraggio?
Avendo scritto degli italiani del passato, ho sentito doveroso aggiungere un capitolo, la luce di una stella che deve ancora nascere. Un capitolo ancora da scrivere.
Noi, sta per noi italiani (mi inserisco anche io, dato che mi sento molto più italiana, da quando vivo in Italia) si deve diventare nuovi italiani, consapevoli di se, che sappiano tracciare nuovi percorsi con l’ingegno, la passione, il cuore e il cervello e il coraggio che li hanno sempre contraddistinti Noi siamo Mattei (Enrico), noi siamo Spagnoli (Luisa), noi siamo Falcone (giovanni), noi siamo Olivetti (Adriano), noi siamo Ferrari (Enzo), noi siamo Garofalo (Lea). Etc, etc... Spero che questo libro ci aiuti a tenerlo sempre bene in mente.
Per chiudere vorrei sentire il parere politico del relatore della presentazione il dott. Gilles Gallizzi del Movimento politico Pro Italia
Esite un modo fraudolento per descrivere l'Italia?
Sono almeno sessant’anni che ci viene detto quanto siamo piccoli, miseri, arrivisti, la realtà è che siamo un grande Paese, fatto di alacri lavoratori, con una Storia plurimillenaria e bellezze incredibili, siamo anche un Paese potente, pur avendo perso diverse posizioni negli ultimi vent’anni per chiare responsabilità politiche, ma restiamo stabilmente una potenza industriale ed economica mondiale, un Paese di cultura e di bellezza, di ingegno, dedizione e di elevatissima tecnologia, fatta di persone valide che ogni giorno, nel loro piccolo, fanno tantissimo.
Ha parlato di responsabilità politiche, qual è il ruolo della politica in questi “tempi bui”?
Come Pro Italia crediamo nella necessità della generazione di una classe politica che sia all’altezza dell’altissimo compito che essa è chiamata a perseguire: l’interesse nazionale,e per farlo è necessario che gli italiani prendano conoscenza di quanta forza hanno, del grande Paese che siamo e delle conoscenze e capacità di cui siamo già forniti ma che siamo stati convinti di non possedere.