Milano by Night. Quando lo Spogliarello era un'arte
by Sabina Fattibene
Nelle grandi città la vita si svolge in due realtà, quella del giorno frenetico fatto di macchine e persone che corrono per raggiungere il lavoro, portare i figli a scuola, andare in palestra, a spasso con il cane, file a Poste e Banche , tutta una frenesia di quotidiano da fare.
L'altra realtà più nascosta è quella della notte fatta di personaggi stravaganti, luci soffuse, parole sussurrate. C'era una volta a Milano la notte folle, intrigante il cui protagonista era il fascino del proibito, che si aggirava fra i tavoli dei locali e dei night club.
Un periodo che è ormai un ricordo, oggi narrato con nostalgia dal giornalista Michele Focarete attraverso il suo racconto riportato in un libro intitolato “Milano by Night. Quando lo spogliarello era un'arte” edito da Book Time.
Lo spogliarello ha avuto il suo massimo fulgore dagli anni 60 agli anni 80 quando la città prese la connotazione della Milano da Bere. Tanti gli aneddoti riportati nel libro, scritti con trasporto da chi è stato testimone. Michele Focarete è spinto ha rispolverare quel mondo da un collega giornalista, che gli suggerisce di scrivere un libro o di parlarne in TV, raccoglie con piacere il suggerimento e scrive il libro, senza dover forzare la memoria dei ricordi dove sono custoditi come fosse ieri.
Michele Focarete, una vita da cronista attento scrupoloso, infaticabile, tenace, la notizia per lui è sacra e per soddisfare ogni curiosità del lettore. Chi lo conosce dichiara che è un uomo simpatico, spiritoso, pronto alla battuta, rispettoso. Nella sua mente c'era l'idea da tempo di parlare del mondo del night, ed essendo conosciuto come un abile raccontatore era la persona giusta per riportarlo in un libro. All'epoca il giornalista aveva collaborato con il Giorno, e fu in seguito assunto dal giornale la Notte, quotidiano del pomeriggio. Michele era già all'epoca un cronista collaudato conoscitore dei locali della notte. Per anni ha seguito spettacoli ed eventi dei vari night come inviato per la Notte ed il Corriere della Sera. Questo gli ha concesso di osservare il dietro le quinte e conoscere i protagonisti delle notti milanesi, dagli impresari come Ugo Ortolani, alle dive del tempo tra cui Moana Pozzi, Anna Maria Rizzoli, ai proprietari dei locali Giuseppe Elia, Danilo Arlenghi. I grandi baristi entrati nella leggenda, Luciano Erbetta ex primo barman d'Italia, che per mezzo secolo ha creato i drink per i clienti dell'Astoria.
Diversi sono i locali citati nel libro Smeraldo, Astoria, Maxim, Teatrino, William's, Porta d'oro che hanno visto i fasti della gloria con la rivista e poi con lo spogliarello e il senso del proibito, (dato che in quegli anni una donna che si spogliava era uno scandalo) ma con l'arrivo della Tecnologia e la cultura più permissiva il mondo del night non aveva più senso di esistere.
Così nell'estate del 1985 con un nodo in gola Gianfranco Longoni, proprietario di uno dei night più in voga annunciò “Lo facciamo alla chetichella, ma non c'è più nulla da fare: il malato è proprio grave, ogni tentativo per rimetterlo in sesto si è rivelato vano”.
Il teatro Smeraldo fu il primo a chiudere, dopo 45 anni, abbassava per sempre il tendone rosso, congedandosi dal suo pubblico.
Il giornalista Michele Focarete ripercorre nel suo libro il periodo della movida dei locali con immagini e foto d'epoca, partendo da una Milano degli anni del dopoguerra, sino ai teatri con i personaggi illustri, Adriano Celentano, Rita Pavone, ma soprattutto quella Milano dei night godereccia, un mondo riservato a pochi con le “entraineuse di classe” anche le più pagate d'Europa, alcune arrivate favolose intriganti da una Parigi regno delle Follie Bergère, dove lo spogliarello era fatto con arte ed eleganza.
Colpisce uno dei passi del libro dove il cronista fa notare che quando andava alla Porta d'Oro, uno dei più ampi night di Milano, gli veniva incontro una mora longilinea dal trucco marcato dai movimenti lenti. Era un'icona inamovibile del locale, mentre le altre ragazze rimanevano al massimo un mese, la longilinea rimaneva molto di più. Da cronista non sapeva spiegarsi da cosa era dipeso, l'essere radicata quasi come lo è una quercia, essendo in confidenza con il manager gli fece la domanda, la risposta lo sbalordì: la longilinea era capitano dell'esercito turco, questo Michele Focarete non l'avrebbe mai immaginato.
Così questo mondo dei night che ha fatto sognare tanti in quell'epoca, è costretto a chiudere i battenti negli anni ottanta per colpa della televisione che mandava in onda programmi osè, i social con foto di fanciulle spogliate e le discoteche dove tutto era concesso.
Leggere il libro di Michele Focarete “Milano by Night. Quando lo spogliarello era un'arte" ci farà conoscere una realtà magica e ci farà entrare in un mondo di desideri a noi sconosciuto .
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