Senzatomica - Civitavecchia
“Questo è il nostro grido, questa la nostra preghiera. Pace nel mondo”. Il messaggio si può leggere a Hiroshima sotto il monumento alla piccola Sadako, una bimba di 12 anni morta di leucemia dopo il disastro atomico che colpì la città giapponese il 6 agosto del 1945. Il 9 agosto fu la volta anche di Nagasaki.
by Patrizia Saladini
“Questo è il nostro grido, questa la nostra preghiera. Pace nel mondo”. Il messaggio si può leggere a Hiroshima sotto il monumento alla piccola Sadako, una bimba di 12 anni morta di leucemia dopo il disastro atomico che colpì la città giapponese il 6 agosto del 1945. Il 9 agosto fu la volta anche di Nagasaki. Purtroppo Sadako non può parlare più di quell’apocalisse ma c’è qualcuno che, sopravvissuto alla catastrofe, sta girando il mondo in una missione di pace quella che può essere attuata solo attraverso un totale disarmo nucleare. Questo qualcuno sotto otto signori giapponesi provenienti, appunto, da Hiroshima e Nagasaki che sono approdati con la nave Peace Boat nel porto di Civitavecchia e dopo una giornata di visite e ricordi hanno ripreso il mare con la loro bandiera di lotta pacifica contro qualsiasi guerra. Ma non sono soltanto loro a manifestare l’immenso desiderio per un Nuclear-Free World. Ci sono anche i ragazzi di Ishinomaki la città che l’11 marzo di due anni fa è stata distrutta dallo tzunami successivo a un terremoto disastroso. Quel terremoto che ha “incenerito” la centrale nucleare di Fukushima dando vita a un dramma che ancora si sta abbattendo sul Giappone (le radiazioni sono finite nell’Oceano).
I ragazzi di Ishinomaki durante un incontro con una platea italiana fatta di politici e gente comune, hanno parlato di solidarietà indispensabile di fronte a una calamità naturale che non ha risparmiato nessuno. Hanno parlato e hanno invitato tutti a una profonda riflessione.
Ebbene, non è facile combattere contro un mostro come quello del nucleare ma i superstiti di Hiroshima e Nagasaki sono talmente convinti che la battaglia deve essere vinta che non si sono risparmiati nel raccontare la loro storia. Tsuboi Susumu ha parlato della sua famiglia trasferitasi a Hiroshima dall’isola di Shodoshima. Della madre morta sotto quel maledetto “fungo di morte”. Delle gravi condizioni in cui lui stesso versava e della sua guarigione grazie al ritorno alla sua isola e alle cure ricevute.
Devastazione, cadaveri, lacrime, voglia di ritornare a vivere.
Ora questa crociera di pace intorno al mondo. Peace Boat (fa parte tra l’altro della rete Global Partnership for Prevention of Armed Conflict), che da trent’anni solca i mari del pianeta, è partita dal Giappone il 18 luglio e tornerà i terra nipponica il 10 ottobre.
Ma chi sono gli ospiti e testimoni del quel dramma nucleare. Eccoli.
Sig.ra OHMURA Kazuko
Sopravvissuta di Nagasaki. Nata nel 1927, aveva 17 anni quando la bomba atomica è
esplosa.
Ha subito la cosiddetta “esposizione da ingresso in città”. Infatti quel giorno era fuori
città, in cerca di cibo. E' tornata a Nagasaki tre giorni dopo, il 12 agosto: ha
camminato tra le macerie radioattive per raggiungere la sua casa, che si trovava a 500
metro dall'ipocentro. L'ha trovata distrutta, e 5 familiari erano morti. Dopo averli
cremati ha portato con sé le loro ceneri. Ha deciso di partecipare al Progetto Orizuru
per raccontare la sua esperienza ai più giovani.
Sig. TSUBOI Susumu
Sopravvissuto di Hiroshima. Nato nel 1928, quando è esplosa la bomba aveva 17 anni.
Il signor Tsuboi si trovava in quel momento in una fabbrica, a 4,5 chilometri
dall'ipocentro. A causa dell'incendio provocato dall'esplosione è rimasto da un amico e
solo il giorno dopo è tornato a casa, trovando che la madre era morta. Anche il padre
era scomparso, così ha dovuto lavorare duro per sopravvivere, benché di salute
cagionevole. Nel 1983 ha cominciato a testimoniare la sua esperienza. E' stato
segretario generale dell'Associazione delle vittime della Bomba A di Nishinomiya
City, di cui resta un consigliere anziano. Ha già partecipato al progetto Orizuru con
Peace Boat nel 2011.
Sig.ra CASAMI Yoriko
Sopravvissuta di Hiroshima. Nata nel 1928, aveva 16 anni quando la bomba è esplosa.
Durante la guerra la signora Asami, allora studentessa, era in servizio al Hiroshima
Communications Hospital. Era in un raro giorno di riposo ed era a casa quando la
bomba è stata sganciata. Portando l'anziana madre ammalata sulle spalle, è fuggita da
amici con i due fratellini, ustionati. Dopo la guerra la famiglia ha vissuto a lungo in un
baraccamento. Finora non aveva voluto testimoniare su quei giorni; ora però ha deciso
di cominciare a farlo.
Sig. IKEDAAkira
Sopravvissuto di Nagasaki. Nata nel 1931, ha visto la bomba a 13 anni.
Il signor Ikeda è stato esposto al bombardamento atomico di fronte a un tempio, a 3
chilometri dall'ipocentro dell'esplosione. Quella notte è fuggito con la madre e i
fratellini, tra le continue esplosioni. Molti dei suoi conoscenti sono morti nei giorni
seguenti, e lui non riesce a liberarsi del ricordo di aver aiutato a trasportare i corpi nel
cortile della scuola per cremarli. E' molto impegnato in varie attività, in particolare
nella promozione dei “Sindaci per la pace”. Ha già partecipare al Progetto Hibakusha
della Peace Boat nel 2008.
Sig.ra YAHATA Teruko
Sopravvissuta di Hiroshima. Nata nel 1937, ha vissuto la bomba atomica a 8 anni.
E' stata esposta all'atomica nel cortile della sua casa, 2,5 chilometri dall'ipocentro.
L'esplosione l'ha scaraventata sei metri lontano, da cui riporta una cicatrice ancora
visibile sulla fronte. Durante la fuga, tra file di persone ustionate, è stata investita dalla
“pioggia nera” carica di radiazioni. Ricorda lo shock, nei giorni successivi, quando ha
visto il cortile della sua scuola trasformato in crematorio. Nel difficile dopoguerra si è
sposata, ha avuto figli, lavorato, e ha avuto poche opportunità di parlare della sua
esperienza. Ora ha deciso di farlo, per trasmettere la sua esperienza alle prossime
generazioni.
Sig. MIYATA Takashi
Sopravvissuto di Hiroshima. Nato nel 1939, aveva 5 anni quando è esplosa la bomba.
Al momento dell'esplosione era in casa, a 2,4 chilometri dall'ipocentro. La sua
famiglia si è salvata e lui, dopo gli studi superiori, ha cominciato a lavorare per
Mitsubishi Electrics. Durante un viaggio di lavoro in Libano gli è capitato di parlare
con dei bambini locali: è allora che si è reso conto di quanto sia preziosa la pace.
Dopo il pensionamento nel 2005 ha cominciato a dare testimonianza. Ha creato un
modello in scala reale di “Fat Man”, la bomba atomica sganciata su Nagasaki, e con
quello ha girato nelle scuole per raccontare la sua esperienza ai ragazzi.
Sig. TAKAMURA Hideki
Sopravvissuto di Hiroshima. Nato nel 1943, quando la bomba è stata sganciata aveva
poco più di un anno.
Si trovava in quel momento nella sua casa, a 2,6 chilometri dall'ipocentro. La sua
famiglia sopravvisse, ma sua madre si trovava all'esterno e le cicatrici delle ustioni
sono rimaste visibili per tutta la vita. Takamura era troppo piccolo per conservare
ricordi personali dell'evento; porta però la sua esperienza di lavoro sociale e attività
comunitarie con altri Hibakusha. Con questo viaggio vuole aiutare a diffondere le
testimonianze dei sopravvissuti.
Inoltre, alla prima parte della crociera ha partecipato:
Sig.ra SASAMORI Shigeko
Sopravvissuta di Hiroshima. Nata nel 1932, quando è esplosa la bomba atomica aveva
13 anni.
La signora Sasamori è una delle “ragazze di Hiroshima” che nel 1955 furono mandate
negli Stati uniti per cure mediche. Benché tornata in Giappone dopo le cure, nel 1958
si è trasferita negli Usa, dove ha lavorato come infermiera in un ospedale; vive a Los
Angeles. Dopo la pensione ha continuato a portare la sua testimonianza. Nel 2008 è
intervenuta al Seminario sull'educazione al disarmo e alla non-proliferazione, presso le
Nazioni unite a Ginevra, durante la preparazione della Conferenza di revisione del
Trattato di Non Proliferazione atomica
La nave dunque tornerà in Giappone a ottobre e proprio il primo ottobre a Civitavecchia si aprirà la mostra “Senzatomica, trasformare lo spirito umano per un mondo libero da armi nucleari ” organizzata dalla Soka Gakkai internazionale e dall’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai. La mostra che ha girato l’Italia a marzo sarà a Roma. L’intenzione è quella di sensibilizzare la gente nei confronti della bomba atomica che alcuni paesi come la Corea del Nord e l’Iran vorrebbero nei loro armamenti. Il pericolo non è passato con la fine della guerra. Continua a serpeggiare da anni (nel 1962 c’è stato il rischio di un conflitto nucleare per una disputa fra Usa e Urss dovuta a un embargo su Cuba) e se non si fermerà fino a quando non verranno messi definitivamente al bando esperimenti e corse alla creazione di nuovi arsenali di morte.
Le missioni di Peace Boat e “Senzatomica” sono dei pilastri sui quali costruire una vera pace mondiale.
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