Educarsi alla resurrezione - Pasqua 2021
di S.E.R. Mons.Giuseppe Mani Arcivescovo emerito di Cagliari
Una caratteristica del mondo è quella di incutere paura, far paura per dominare, per creare incertezza e debolezza. Freud dice che tutte le paure dell’uomo si riassumono nella paura della morte ed è proprio così. Questo è il contrario del cristianesimo che ha esorcizzato la paura della morte dando la sicurezza della resurrezione.
L’educazione cristiana è una educazione alla resurrezione, non alla morte, che è stata definitivamente superata. Senza queste premesse è inutile parlare di speranza. E’ evidente che in alcune situazioni non esiste alcun motivo per sperare se non quello della fede. Basti pensare che la terra che calpestiamo è piena di semi di vita che aspettano la loro ora per esplodere all’esterno. I prati della primavera ce lo dimostrano in questi giorni: tutto l’universo pullula di vita, non c’è spazio per la morte.
Anche le pagine del Vangelo, che ci raccontano la tragica morte di Gesù (cosa c’è di più tragico di un uomo vivo crocifisso!?!), lo fanno con una serenità che stupisce, se non si sapesse che quelle pagine sono state scritte da uomini che lo avevano visto risorto. Le pagine che ci parlano della resurrezione spirano serenità e pace. Non la pace dei cimiteri, ma della terra in cui è caduto il grano, in attesa di poter rivivere in una insperata florescenza.
Quando i discepoli e le donne si sono recati al sepolcro, hanno visto che ciò che lo caratterizzava non era l’attesa di qualche prodigio, ma una serenità sovrumana regnava in quel luogo. Anche gli angeli erano in un atteggiamento così naturale che le stesse donne, che portavano la mirra, esitarono un momento e si domandarono se queste due figure bianche fossero angeli o uomini, dopo che avevano visto con i loro occhi, nella penombra, i lini intatti piegati e messi da una parte. Questo stesso fatto dei lini piegati e messi in ordine è sufficiente per dimostrare la mancanza assoluta del meraviglioso nel senso volgare della parola, ma tutto quello che c’è di umano, di familiare in terra.
La resurrezione non è un’opera catastrofica di Dio che sconvolge la natura umana, ma l’ultimo atto di un piano preparato, secondo il quale era stato deciso di condurre l’uomo a condividere la propria immortalità nella luce.
Da notare poi che, non soltanto le donne, ma anche i discepoli, che vengono al sepolcro, non vedono Gesù risorto, vedono soltanto la tomba vuota e alle donne gli angeli si mostrano dicendo: “Quel Gesù che voi cercate non è qui”. Dei due discepoli accorsi uno crede e l’altro no. Per delicatezza non si fanno nomi, ma l’apparizione del Risorto supplirà alla mancanza di fede e anch’egli crederà in Lui.
La naturalezza con cui si svolgono gli eventi del mattino di Pasqua ci manifestano come deve essere naturale inserire nella propria fede il fatto della Resurrezione. Il cristiano deve educarsi alla resurrezione e saranno proprio gli eventi che seguono che creeranno la certezza nei credenti, cioè le apparizioni di Gesù risorto.
Il periodo che va dalla Pasqua all’Ascensione al cielo è il tempo in cui Gesù deve abituare i suoi al suo nuovo modo di essere presente ed è quanto la Chiesa offre in questo tempo pasquale anche a noi.
La differenza tra noi e gli apostoli è che loro hanno visto il Risorto direttamente, mentre a noi è rimasta l’immagine della tomba vuota sulla quale sono state fatte le più varie elucubrazioni, anche quella che “Dio è morto”.
Nessuno era presente alla resurrezione del Signore, ma i suoi discepoli ci testimoniano di averlo visto vivo, per cui celebriamo la nostra fede sulla loro testimonianza: dopo averlo visto morire lo hanno visto vivo e attivo in mezzo al loro.
L’essenza della fede cristiana, della fede pasquale, non è tanto la resurrezione dai morti quanto la verità che ne consegue: “Gesù è vivo”. Gesù vero Dio e vero uomo è il Vivente. Di questa verità bisogna capire tutta la portata, perché la fede cristiana sia completa. Dire che Gesù è vivo può essere semplice se si pensa che, essendo Dio, non può essere che vivo. Questo dobbiamo precisarlo: diciamo non che Dio è vivo, ma Gesù, vero uomo e vero Dio è vivo, Gesù nato da Maria, morto sulla Croce è risuscitato dai morti.
Dire che è vivo, non è ancora tutta la fede cristiana. Gesù è vivo e presente. Infatti potrebbe essere vivo, ma assente, magari alla destra del Padre, certamente lontano da noi. Invece la verità della fede cristiana prevede anche questo: Gesù è vivo e presente.
Dove e come è presente? E’ quanto cerca di spiegare agli apostoli nei quaranta giorni dopo la Pasqua.
Mettiamoci alla scuola di Cristo che vuol rivelarci il segreto della sua Presenza per essere sempre con noi come ci ha promesso: “Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo”.
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