Intervista a Mita Medici Vita, Amori, Curiosità

Intervista a Mita Medici  Vita, Amori, Curiosità
 
 
 
by Sabina Fattibene 
 
Come Brigitte Bardot voleva fare la ballerina, così anche Mita Medici sognava di ballare sulle tavole dei palcoscenici.
Nel 1965 all'età di 15 anni vince il concorso di Miss teenager al Piper club di Roma, il posto più glamour dell'epoca, e diventa il mito degli anni tra il 60  - 70..
Il Cinema le spalanca le porte, la chiamano per girare un film importate, “l'Estate” con la regia di Paolo Spinola, protagonista Enrico Maria Salerno, vietato ai minori di 16 anni, Mita non ha potuto vederlo al Cinema, aveva 15 anni. Ma da allora ebbe inizio la sua scalata al successo.
 
Mentre giravi “Estate” ti hanno dato un nome d'arte, perchè Mita Medici?
"Sul set del Film c'era lo scenografo Piero Gherardi, che mi disse tu sarai un Mito, devi avere un nome giusto che ti farà conoscere da tutti. Ha intuito che all'uscita del film avrei avuto successo allora decise che Patrizia Vistarini doveva cambiare, Mito lo trasformò in Mita e scelse per il cognome la famiglia italiana più famosa, i Medici, così venne fuori Mita Medici, anche le iniziali dovevano essere uguali M.M. perchè porta bene. Diventai la ragazza icona del momento, tanto che nel 1968 il complesso musicale le Orme mi dedicata Mita Mita, lato B del singolo della band. Una mia foto finisce in copertina su Playboy, questo conferma ancora di più il mio essere sex symbol del momento".
 
Hai iniziato a fare Cinema molto presto, poi al Sisitina e a Canzonissima
"Si, non me lo aspettavo ero molto giovane, ma è successo. Nel periodo tra gli anni 66, 70, ho girato diversi film, tra i quali “Pronto c'è una certa Giuliana per te” ,“Come ti chiami amore?” . Al Sistina ho partecipato a Ciao Rudy con Alberto Lionello, mi videro i capi RAI e mi proposero di fare parte del cast di Canzonissima con Pippo Baudo".
 
Fare  Cinema così giovane ti ha creato problemi, mamma e papà come l'hanno presa?
"Nella mia giovinezza ho vissuto gli anni della contestazione e dell'emancipazione, i miei genitori erano già molto avanti, mio padre Franco Silva attore, mia madre Anna Maria Perini modella. Entrambi non convenzionali, si sono separati quando le separazioni erano rare, una famiglia che mi ha insegnato la libertà".
 
Uno spirito libero che ti ha portato a viaggiare senza genitori da giovanissima?
"Andai a Los Angeles con il loro benestare, ma sapevano che avevo un certo sesto senso che mi teneva lontana da ciò che non era chiaro. Los Angeles è la capitale dell'industria cinematografica, volevo conoscerla, ma ero segregata in albergo, così decisi di scappare, e mentre vagavo per le strade della città mi accorsi dei pericoli che potevo correre, però arrivai in uno spiazzo con tanta gente che ascoltava musica, mi accorsi che era un concerto rock di un giovane non ancora conosciuto e che anni dopo scoprii che era Jim Morrison, dei Doors . All'epoca vederlo e sentirlo cantare era uno spettacolo unico. Mentre, estasiata ascoltavo il concerto, mi sento agguantare alle spalle: una guardia dell’hotel mi aveva beccato e mi riportò indietro".
 
Al Piper veniva anche Renato Zero, Loredana Bertè, Luigi Tenco?
"Di Luigi Tenco apprezzavo molto le sue canzoni, anche se malinconiche, mi hanno detto all'epoca che veniva per vedere me, ma non siamo riusciti mai ad incontrarci. Renato Zero era sempre al Piper come anche la Bertè. Renato era un originale amava trasformarsi, negli anni 70 aveva creato un personaggio con un guardaroba di abiti con i lustrini e le paillettes, usciva di casa vestito così, la gente ne era sbalordita. Per quei tempi era un azzardo. Oggi per Achille Lauro è una passeggiata travestirsi, siamo nel periodo che tutti si travestono per sembrare diversi e stravaganti, ma il vero precursore rimane sempre Renato Zero con i suoi look".
 
Hai avuto grandi amori quasi tutti volti noti, Califano, Panatta, Rubini?   
"L'amore è importante per me, innamorarmi mi carica mi da energia. Franco Califano, è stata una storia di passione stima, ci siamo amati per tre anni. Era un uomo gentile, ha sempre considerato e rispettato le donne, eravamo molto affiatati. Siamo andati a vivere insieme, ero molto giovane, avevo 19 anni lui 10 più di me, questo fece scalpore in quei tempi si gridava uno scandalo a quei tempi. L'ho conosciuto quando era autore di canzoni, ancora non cantava, mentre io ero nel pieno del mio successo. Avevo sentivo parlare di lui da Minà che lo chiamava il califfo, e nella mia mente pensavo fosse un ciccione con il turbante. Quando me lo trovai davanti fu il colpo di fulmine, affascinata dal suo splendido sorriso e la sua galanteria. Fra noi e poi finita per colpa di una bugia. Però nella vita siamo rimasti in buoni rapporti ogni volta che ci si vedeva era sempre una festa".
 
Con Sergio Rubini? 
"Stavamo facendo uno spettacolo di Andrea Camilleri, lui era più giovane di me, secco secco, una sera dietro le quinte lo guardavo e pensavo che tipo strano, ed invece abbiamo convissuto e avuto una bellissima storia. Ma poi è tornato con Tina la sua ex norvegese.
 
Cosa pensi della musica di oggi c'è un tipo di musica che ti rappresenta?
"Non seguo molto la musica di oggi, il rapper dei giovani cantanti, trovo che è uguale per tutti non si differenziano, non è nelle mie corde. I cantanti puntano molto sul look che deve colpire più che sulla canzone, di cui le parole non si capiscono. C'è anche da dire che ognuno sfoggia un look fuori dal comune per attirare e distogliere il pubblico dalla canzone, le cui parole non si ricordano, ma il look si. I cantanti che preferisco sono Paolo Conte, Ivano Fossati, Fiorella Mannoia..
 
Cosa ti senti di dire ai giovani di oggi?
Intanto direi:..”Venite fuori da casa, uscite vivete la realtà, il contatto con i coetanei, parlarsi guardandosi negli occhi, è molto meglio. Invece che essere sempre online, dove si possono incontrare persone che in realtà non esistono. Poi, fare l'amore è meglio dal vivo che attraverso uno schermo"
03/10/2024
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