Intervista a Carlo Grimoldi. La “Milano da bere” è in crisi.
La parola agli imprenditori dell’intrattenimento, al tempo del coronavirus.
by Ketty Carraffa
Prendere un aperitivo, “quasi” seduti in Piazza Duomo, per i milanesi e per i turisti, è da sempre un’emozione, un rito che ha fatto tradizione e storia, e ha creato un must internazionale: la “Milano da bere”.
Entrare nel locale TerrazzaDuomo21, punto di riferimento in grado di offrire agli ospiti e clienti un’esperienza indimenticabile, e trovarlo invece al buio, senza avventori e avvolto nel silenzio e nella sola bellezza della vista mozzafiato del Duomo, dona un’emozione particolare, un misto fra tristezza, ammirazione, e consapevolezza del momento attuale che stiamo vivendo, di forte crisi.
Il mio viaggio all’interno della divulgazione del Made in Italy in ogni ambito, prosegue attraverso interviste esclusive a importanti imprenditori del mondo dell’intrattenimento e ristorazione, che da un anno sopravvivono alla crisi sanitaria e ora a quella economica, con sentimenti che provano il rimpianto per un tempo che non c’è più e la speranza nel futuro e nella ripresa.
L’intervista a Carlo Grimoldi, (che molto raramente si rende “visibile”) è una vera e ghiotta occasione per portare alla luce il punto di vista del titolare del suggestivo “TerrazzaDuomo21”, dove i salotti e le vetrate si affacciano anche sull’interno della Galleria Vittorio Emanuele (per gli storici: una delle sale è stato l’ufficio di Mussolini a Milano), e i ricordi di tutti noi, organizzatori di eventi o assidui frequentatori, spaziano tra iniziative nei mondi del Fashion, cocktail indimenticabili, matrimoni, conferenze aziendali, presentazione di libri, serate dopo le partite serali o feste di compleanno con gli amici più stretti, in un contesto speciale, che richiama a un appartamento di lusso e di classe. (Design dell’Architetto Andrea Langhi). L’ultimo evento realizzato, per cui il trait d’union è proprio Carlo, che ha messo in contatto i partner del Progetto, è stato a dicembre 2020: la presentazione della campagna “SostieniciConDolcezza”, realizzata in collaborazione con “Orlando Bakery”, (il produttore del “Panettone Solidale”) e la “Fondazione PUPI”, di Paula e Javier Zanetti.
L’acquisto del TerrazzaDuomo21 e il relativo investimento, avviene dopo l’Expo del 2015, considerando la location unica, dallo standard qualitativo altissimo, l’impegno a mantenere il lavoro per lo staff e i dipendenti esistenti nella precedente gestione e il culto del Made in Italy, con la cantina e la carta del ristorante che esaltano l’Italia.
Sin da giovanissimo Carlo si è specializzato subito nell’organizzazione di serate nelle discoteche e nell’attività di PR, partita prima come hobby e trasformata in lavoro, anche con il supporto dell’esperienza maturata a fianco della famiglia Baldaccini, leader a Milano, nella gestione dei locali “simbolo” della notte, come ad esempio l’Hollywood di Corso Como.
Da uno dei balconcini, alle spalle la Cattedrale, Carlo ricorda e racconta, con pacatezza e chiarezza, la sua esperienza e l’attualità, dalle quali è assolutamente importante raccogliere emozioni e prospettive di soluzioni per la ripresa del lavoro dopo un anno di fermo dell’attività.
Attraverso l'intervista, Carlo spiega la condizione e la situazione, vissute specialmente nei bar situati nel centro di Milano, che non accolgono turisti dall'inizio della pandemia, e che, nonostante le nuove disposizioni sulla sicurezza sanitaria con la 'zona gialla' e l'apertura dei locali dalle 5 alle 18 dal 1 febbraio 2021, non riescono a sopravvivere serenamente alla crisi del settore, con tutte le conseguenze nel mondo del lavoro, della vita della città e delle persone.
Carlo, proprietario di alcuni dei locali milanesi simbolo della “Milano da bere“, è molto preoccupato.
“Abbiamo riaperto dopo mesi di chiusura, grazie alle disposizioni in merito alla fascia “gialla” ma questo orario che ci permette di somministrare fino alle 18, è solo un primo passo verso la ripresa.
Il nostro è uno dei settori più colpiti dalla crisi e specialmente in una zona come la nostra, dove non abbiamo più la presenza di turisti e dì lavoratori delle aziende private e pubbliche del centro città e con i costi elevatissimi di affitto, è veramente impensabile sopravvivere senza una reale progettualità, continuità di lavoro e certezze”.
Come nella maggioranza dei locali del centro, TerrazzaDuomo21, rappresenta un luogo di socialità, di relax e di richiamo turistico, che non ha il passaggio alternativo del “delivery”, in quanto lavora prettamente sulla clientela degli uffici e soprattutto dei turisti, che ormai mancano da un anno esatto.
“Siamo in grande difficoltà, speriamo di tornare a operare a pieno ritmo al più presto – continua Carlo - Per cominciare a pensare alla ripresa, auspichiamo almeno un ritorno alla riapertura fino alle 22, per assicurare l’aperitivo completo e la cena. Da sempre abituato a lavorare 7 giorni su 7, mi sono ritrovato quasi disoccupato e con grande preoccupazione per il futuro, anche rispetto alla responsabilità e l’incertezza nel garantire il lavoro ai miei dipendenti, come Amministratore di diverse società. Dove siamo riusciti, abbiamo anticipato la cassa integrazione, ma, in altre realtà non è stato proprio possibile. Questo è il momento più duro della mia vita. La gente ha paura e in buona parte non esce per scelta. La pandemia non è ancora sconfitta e manca la presenza fondamentale sia dei clienti abituali, sia di aziende che non hanno più capacità operativa ed economica di organizzare eventi e iniziative nei locali.
Questa pandemia ha cambiato profondamente i modi di vivere degli italiani e dei milanesi, che saranno segnati per sempre da questo problema mondiale ma più “organizzati”. Siamo tutti più attenti e consapevoli del profondo cambiamento sociale rispetto ai rapporti tra persone e luoghi dove ritrovarsi, anche se, la grande voglia di riprendere a vivere “normalmente” è molto visibile e talvolta pericolosa, come testimoniano le immagini di assembramento ad esempio sui marciapiedi dei Navigli nei week end di febbraio … In un locale organizzato, questo non avviene.
Noi del centro siano la parte più colpita, con gli uffici vuoti in smart working, e siamo penalizzati anche rispetto alla periferia, nonostante tutte le disposizioni che abbiamo messo in atto, per la sicurezza di tutti.
Il nostro fatturato è a -65%, ed è bene ricordare, (in molti non lo sanno), che essendo in affitto dal Comune di Milano, in un bene storico monumentale, paghiamo un canone molto alto, senza sconti e con costi sempre uguali da sostenere, pur avendo lavorato pochissimo (per esempio la Tari, la tassa sull’immondizia e l’Imu). Ci auguriamo che il nuovo Governo porti nuove soluzioni, e che Milano torni la città del movimento, con la spensieratezza della vita, perlomeno “normale”. Siamo feriti … ma confidiamo nella vaccinazione del più grande numero possibile di persone in breve tempo.
Il bene primario è sicuramente la salute, che deve però essere direttamente collegata all’organizzazione del futuro lavorativo di milioni di cittadini e lavoratori addetti in questo settore e in tutti gli altri della vita produttiva del nostro Paese".
L’ultimo pensiero di Carlo è rivolto ai tanti imprenditori che non sono riusciti a proseguire nella loro attività e a coloro che non riusciranno a passare il momento di crisi e che purtroppo, dovranno chiudere bottega.
“Noi vogliamo resistere per ridare ai nostri dipendenti e alla nostra città, il calore dell’incontro e della bellezza, valori che si possono trovare solo in luoghi dove esiste la serenità e la voglia di ricominciare”.
L’intervista è su You Tube. Programma web tv MIMOSE TIME, di Ketty Carraffa.
INTERVISTA VIDEO SUL CANALE YOU TUBE DI KETTY CARRAFFA,
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