Il garbo l'eleganza la spregiudicatezza - Lo stile di una grande Catherine Spaak

by Sabina Fattibene

Un'icona del Cinema ci ha lasciato Catherine Spaak all'età di 77anni si è spenta nel giorno di Pasqua a Roma a causa di un emorragia celebrale. Di origine belga naturalizzata italiana con una famiglia che viveva in Francia ben strutturata la madre attrice Claudie Clèves, il padre Charles sceneggiatore cinematografico, la sorella Agnès anch'essa attrice e poi fotografa, lo zio Paul-Henri primo ministro del Belgio. Sua zia era Suzanne Spaak.

Lei, una vita da attrice, cantante, presentatrice, in ogni cosa si sia cimentata ha sempre affascinato il pubblico e gli addetti ai lavori, per la sua intelligenza raffinata fuori dal comune, per il suo porgersi con garbo, mai volgare.

Negli anni sessanta è stata l'emblema dell'adolescente ribelle e spregiudicata.

Donna di carattere, antesignana del Femminismo, che voleva la donna libera dal potere dell'uomo e dalla violenza di genere. Infatti la Spaak è sempre stata una donna libera mai assoggettata all'uomo, ecco quanto ha dichiarato in una intervista nel 2018 “Nel corso della mia vita ho incontrato uomini anche molto spregevoli, però negli anni 60 – 70 era impensabile denunciare”

Nel 2002, si prese una rivincita, fu vittima di stalker, fece arrestare il suo molestatore, la Libertà va difesa sempre. Stupì tutti gli italiani quando arrivò da sola all'età di 15anni in Italia,”la mia libertà era quasi inverosimile”. Le donne italiane sognavano la libertà, si sognavano la patente, di uscire la sera fare tardi, ma per le ragazze giovanissime era difficile,  i genitori erano severi, davano regole da osservare, erano sorvegliate e non indipendenti.

Debutta a soli 14 anni nel 1959 in un corto L'Hiver diretto da Jaques Gautier, in seguito sempre giovanissima partecipa a un di film di Jacques Becker.

Diventa la Lolita del cinema grazie ai film della commedia italiana come “La Voglia Matta” con Ugo Tognazzi. Nel film di Damiano Damiani “La Noia”è nuda ricoperta da banconote. Memorabile anche l'Armata Brancaleone di Monicelli con

Vittorio Gassman. Ultima apparizione cinematografica, negli ultimi anni della sua vita, nel 2019 con “La Vacanza” del regista napoletano Enrico Iannaccone al suo primo lungometraggio, la Spaak aveva 74 anni, interpretava un donna magistrato con inizio di Alzheimer.

I suoi successi sono stati anche televisivi con Harem un tolk show di RAI tre tutto al femminile, Forum su Mediaset, ha persino partecipato all'isola dei famosi, per un bisogno di cimentarsi in esperienze diverse, come quando ha partecipato a Ballando con le Stelle.

Il suo percorso lavorativo è stato costellato da successi, la vita privata è stata molto sofferta dagli amori al suo rapporto con i figli. Lei la dea della leggerezza ha cercato invano per tutta la vita l'uomo giusto mai trovato, arrivando alla considerazione che “il principe azzurro sono io” meglio di se stessa non c'è, ha scelto la solitudine.

Quattro i matrimoni, il primo Fabrizio Cappucci dal loro matrimonio nacque Sabrina, la figlia con cui lei scappò dopo aver lasciato Cappucci, con cui non andava d'accordo, il giudice all'epoca le tolse la patria potestà perchè faceva l'attrice, la sentenza donna di dubbia moralità ,erano gli anni 60. La figlia fu cresciuta dai nonni,ebbe con lei un rapporto difficile per tutta la vita, si sono ritrovate solo poco prima della sua morte.

Nel 1972 sposa Johnny Dorelli un rapporto che la rese felice, nacque Gabriele il suo secondo figlio, però Dorelli non le consentiva di lavorare e questo per una donna libera e indipendente è castrante, il matrimonio naufragò.

Il terzo marito è stato l'architetto Daniel Rey e il quarto marito Vladimiro Tuselli, rimasto accanto all'attrice sino al 2020.

In una recente intervista ci ha lasciato una riflessione: “la malattia, il dolore non sono una vergogna, si può parlarne senza paura e bisogna anche imparare a ringraziare il nostro Dio sempre per essere vivi e sorridere. La vita va presa con leggerezza”.